Si narra che durante una cena tra amici Paolo Borsellino, rivolgendosi a Falcone,  disse: “Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte. Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello… quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero… ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge.“

28 anni fa, ci lasciava “il più testa di minchia di tutti” insieme alla moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Giovanni Falcone ha sempre continuato la lotta alla mafia con coraggio, che gli ha permesso di convivere con la paura senza farsi condizionare. Il suo più grande insegnamento è stato “Seguite i soldi”.

A proposito di soldi…

I proventi della mafia derivanti dal mercato illegale della cannabis sono circa 4,5 miliardi di euro[1], secondo i dati contenuti nella “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia Dicembre 2019” è la sostanza più diffusa. Fiumi di denaro che lo Stato Italiano regala alla mafia ogni anno.

Come anche  dichiarato dalla Direzione Nazionale Antimafia nelle “Relazioni Annuali” del 2015 e del 2017, legalizzando la cannabis ci sarebbe un’importante opera di contrasto alla mafia perché si dimezzerebbe la liquidità proveniente dallo spaccio di stupefacenti e il consenso sociale. Canada e alcuni Stati degli U.S.A. hanno capito che la legalizzazione conviene, in Italia invece è ostacolata dal bigottismo e dai pregiudizi su questa pianta dai mille usi ma più che chiedersi “perché” legalizzare, bisognerebbe chiedersi “quando?”.

Stiamo per affrontare una crisi economica senza precedenti nella storia della Repubblica, servono risorse economiche.

Legalizzare la cannabis porterebbe benefici economici notevoli.

Secondo l’analisi costi-benefici effettuata da due ricercatori dell’Università di Messina, si stima che la legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati – tra entrate fiscali (3 miliardi), gettito Irpef (1,5 miliardi) e il risparmio delle forza dell’ordine (600 milioni) – porterebbe più di 5 miliardi di euro nelle casse dello Stato, magari da investire nella sanità e nelle politiche del lavoro. Per non parlare delle centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro che creerebbe.

Questa pianta è una risorsa, non un nemico.

Magari in Italia la legalizzazione rimarrà solo un sogno, un sogno da folli, da visionari, da teste di minchia.

E da buone teste di minchia, non ci arrenderemo mai!


[1] Indagine campionaria della Popolazione Italiana sull’uso di Alcol e Droghe condotta dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.